Claudio Vianini

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La passione per la ferrovia nasce quando si è bambini.

I miei genitori non avevano l’automobile. Quando si andava in villeggiatura mia madre preparava un bauletto di vestiti e altro materiale e lo faceva viaggiare nel bagagliaio del treno.
Mio padre per motivi di lavoro ci raggiungeva solitamente per il fine settimana. In stazione rimanevo affascinato dai treni e dal viavai delle persone. Questo vale ancora oggi.
Due erano le destinazioni abituali: spesso il lago di Como (Dervio), terra d’origine di mio padre, e raramente la Liguria in agosto (Varazze).
In ogni caso il viaggio era interminabile.
Ricordo perfettamente i mezzi tipici della linea Milano-Sondrio: ALe883 e ALe840, con le rimorchiate combinate in lunghe composizioni.
Le carrozze avevano un odore insopportabile causato dal fumo delle sigarette, che ammorbava l’aria e intrideva i braccioli e le imbottiture, le levette ferma finestrino e tutto il resto.
A Varenna fermavano tutti i treni per via dell’imbarcadero e del traghetto. Capitava allora di prendere il direttissimo per Varenna e poi un’auto pubblica per Dervio.
Per anni poi ho frequentato le stazioni di Bellano Tartavalle Terme e Dervio, passavo ore nel gabbiotto del capostazione.
Segnalo che a Bellano la disposizione delle leve era al contrario, questo perchè nel progetto iniziale il fabbricato viaggiatori era previsto dall'altra parte del piazzale.
Ricordo altri due viaggi fondamentali che mi vincolarono perennemente alla passione. Il primo fu nel 1965 da Milano a Firenze con il mitico treno azzurro, che i miei chiamavano erroneamente 'freccia azzurra'.
Un secondo viaggio, questa volta nel 1970, fu di ritorno dalle vacanze e da Roma a Milano viaggiammo con l’altrettanto mitico ETR220. Nel tratto tra Roma e Firenze provai il mal di mare a causa dell’ondeggiamento.

Il passaggio dal treno vero al treno modello fu inevitabile. Dei tanti plastici e tracciati montati negli anni segnalo il seguente sia perché Märklin, sia perché caratterizzato da un funzionamento particolare

 

Periodo Dimensioni Note Link
1988-1990 3.45 m x 4.50 m
 
Rotaie M della Märklin.
Funzionamento analogico, inseguimento automatico treni.
Tracciato sul pavimento del locale con binari fissati con nastro bi-adesivo
Senza paesaggio.
Ferrovia Virtuale
 

Collegamenti - Links:


  Giorgio Stagni - Pagine Märklin   Me medesimo

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