Franco D'Abrosca

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Cari amici, sono marklinista da quando ad otto anni mio padre mi e si regalò un piccolo convoglio ed un ovale di binari alimentati da un vecchio trasformatore BRAL adattato. Da allora furono costruiti due plastici, essenzialmente da mio padre, poi, dopo un periodo di stasi, la passione si è ripresentata prepotentemente all’inizio degli anni ’80. Allora insieme abbiamo costruito un plastico di più ampio respiro dal 1982 al 1996. Esso si compone di due ovali su piani diversi, collegati da una rampa di accesso e con due cappi di ritorno. L’armamento è con binario M, la catenaria Marklin con palificazione prevalentemente Elekrotren, gli elementi di paesaggio delle più comuni marche, le misure 3,5 per 1,8 metri. Richiamo l’attenzione sul metodo di copertura (molto efficace contro la polvere) completamente smontabile ed ideato da mio padre. Vi invio alcune immagini, non ritoccate, che spero possano interessare. Il plastico è in fase di smantellamento perchè mio padre purtroppo è mancato lo scorso luglio e l’ambiente deve essere liberato; sono sicuro che ad esso seguirà un quarto plastico ( mio padre certo approverebbe ).

Franco D’Abrosca (marklinista da 49 anni)

        

        

        

        

        

        

   

aggiornamento di Ottobre 2011

Cari amici,

da alcuni mesi ho iniziato la costruzione, nel garage delle moto e delle bici, del mio quarto plastico che sarà esclusivamente tecnico e rigorosamente analogico: in pratica una libera, ma abbastanza fedele reinterpretazione del plastico del catalogo 1958. A questa decisione sono arrivato dopo aver ben considerato ciò che veramente mi interessava fare e dopo aver visto, sulle pagine del sito, il plastico vintage di Enzo D’Albis. Il primo impegno è stato il recupero del tavolo del 1961 che aveva ospitato il primo e il secondo plastico, rimasto nel ripostiglio della casa di mio padre Vincenzo per circa 48 anni. Il lavoro è stato particolarmente oneroso per la ripulitura generale e l’eliminazione di molti strati di vernice e di tenacissimi residui di gesso,di cartapesta e di colla di pesce, allora l’unica praticamente disponibile. E’ seguita la stuccatura di innumerevoli fori e la verniciatura con smalto giallo opaco (4 mani). Successivamente ho costruito i cavalletti con le ruote appositamente dedicati, non avendo trovato nulla di commerciale che mi soddisfacesse. La posa del tracciato è avvenuta con il metodo binario dopo binario avendone a disposizione di ogni tipo. Ogni binario,ogni scambio,ogni sganciatore, ogni segnale, con molta pazienza, è stato pulito da residui di colla vinilica e colori a tempera ritornando come nuovo (la qualità Marklin è veramente inarrivabile !). Poi ho testato tutto, ma veramente tutto, riparando quello che non funzionava: una minima percentuale. Sono passato alla progettazione ed alla costruzione del quadro di comando alloggiato nel cassetto aperto fissato sotto il tavolo. Ho costruito naturalmente anche il sistema di protezione dalla polvere, secondo l’idea di mio padre (un marchio di famiglia), apportando alcune varianti per aumentarne la leggerezza. Il tracciato sarà provvisto di linea aerea non operativa, ovviamente con l’eccezione dei binari di servizio della gru  e della piattaforma girevole. L’avanzamento dei lavori sarà aggiornato da altre comunicazioni. Spero che le foto siano esplicative, anche se qualcuna è di qualità mediocre.

        

        

     

aggiornamento di Dicembre 2013

Cari amici,

il mio quarto plastico è formalmente finito, per quanto tale parola abbia significato  per noi; in effetti già a fine settembre dello scorso anno lo consideravo terminato, ma poi sono incominciati i rimaneggiamenti e le idee nuove con relativa ricerca dei componenti per realizzarle. In pratica ogni cosa è Märklin vintage, fatta eccezione per alcuni lampioni di marca non nota ma comunque d’epoca e per la notissima  “torre a traliccio con due proiettori” Pocher, che penso bene si adatti  all’atmosfera generale. Ad essere sincero sono pure in circolazione quattro carri merci non Märklin: rispettivamente Pocher, Rivarossi, Piko ed Elektrotren a cui sono molto affezionato. Aggiungo solamente che il lavoro è stato agevole e divertente e compiuto quasi totalmente da maggio a settembre 2012, con un impegno settimanale medio di un paio di mezze giornate, effettuato però con grande cura specialmente nella posa dei binari. Devo dirvi che la presenza della piattaforma girevole e della gru rendono molto piacevole l’uso del plastico, anche se di ridotte dimensioni, con possibilità di cambio trazione, di rimessaggio delle loco e di movimentazione merci. Ed ora lascio spazio alle foto che spero di qualità migliore rispetto a quelle precedentemente inviate: la loco 24058 (la N° 1) mi fu regalata nel 1959 ad otto anni.

        

           

        

        

        

        

        

     

Un caro saluto a tutti

Franco D’Abrosca

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