Paolo Solero

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Molto tardivamente, alla mia età, mi decido a contattare chi condivide il “marklinismo”.

Come per molti, la passione è iniziata all’età di 13 anni col primo regalo – locomotiva 3000 e i classici bascula rossa, sponde basse e frigo bianco -, continuata fino all’età di 21 anni occupando una stanza della casa di campagna.

Preso dalla passione fotografica vendetti tutto per l’acquisto di materiale Nikon (ah! gli errori giovanili….) e passai circa 20 anni dedito al lavoro, alle vicissitudini familiari e così via con il con il periodico tarlo dei treni, veri e finti. Li fotografavo ed occasionalmente visitavo mostre modellistiche, plastici ecc. fino a quando ripresi i contatti ( udite udite…) con chi all’epoca aveva acquistato il mio materiale: medico anche lui ed amico di famiglia ma che per anni avevo visto solo occasionalmente. La scintilla su materiale altamente infiammabile fece ovviamente l’effetto devastante che era da attendersi: per un po’ di tempo tenemmo allegro l’ospedale che vedeva due individui nel cortile che trasportavano scatole e scatole da un baule all’altro delle macchine: con mia grandissima emozione stavo tornando in possesso del mio materiale Marklin.

Il resto è storia degli ultimi 10 anni: grandi acquisti di riviste e manuali, di cataloghi ed articoli tecnici in attesa di riprendere il lavoro sul campo.Ripresa che fu possibile fare quando modificai la casa in cui vivo ( un paesino a 50 chilometri da Torino) procurandomi un locale mansardato dove si susseguono i dolori e le  delizie che tutti i fermodellisti conoscono.

Ecco la mia succinta storia.

La mia concezione di fermodellismo non è quella dell’attenzione maniacale per il particolare ma piuttosto quella di “vedere i treni” per cui non possiedo tracciati particolarmente elaborati; ho sia binario M che utilizzo per l’amore dei vecchi, grandiosi modelli che girano con il vecchio sistema, sia binario K per il digitale, con la possibilità, per i modelli che lo consentono, di passare dall’uno all’altro.

Linea aerea dovunque, quella vecchia ma a prova di bomba, che consente ai modelli analogici con pantografo di percorrere le linee digitalizzate, zona stazione e deposito sufficientemente complicati (piano binari certo non fedele ad un razionale principio ferroviario) ma in grado di evidenziare le belle caratteristiche di marcia e manovra degli attuali modelli.

Ovviamente la regola è quella del perenne “work in progress” per cui nulla è mai finito: stazioni nascoste, controllo automatico dei percorsi e così via, con tutti i problemi elettrici ed elettronici del caso (di cui io sono un modestissimo conoscitore): con la rivoluzione che la Marklin sta mettendo in atto poi…

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Ecco il luogo delle delizie e delle sofferenze: mi scuso per la pessima qualità delle immagini, ma non mi sono ancora deciso per la macchina digitale né mi sono messo seriamente a fare le foto del plastico. Sull’originale invertibile la qualità è migliore, ma la ripresa comunque è scadente: vedrò di fare meglio in futuro…

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Zona stazione, da finire, ovviamente.

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Mi sono cimentato anche con l’acqua, ovviamente: risultati?  Mah!

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Una confusa immagine di deposito: per me il bello è esporre i rotabili non solo in vetrina

 

Aggiornamento del 7 Febbraio 2009

Se Amleto fosse stato un ferroviere avrebbe avuto i dubbi che ho avuto io: rinunciare o no al binario M?

Questo è il problema...

Cioè, ERA il problema perchè dopo lunghe (e dolorose) meditazioni ho deciso per il sì -e già sento i commenti sfavorevoli di molti- nonostante abbia passato quasi tutta la vita con quel binario.

Ho utilizzato da 7 anni la gestione mista K/M sul mio impianto, volendo naturalmente utilizzare sia il digitale che il vecchio, amato analogico ma l'evoluzione tecnica travolgente dell'elettronica di questi anni mi ha progressivamente conquistato.

Segnali, caratteristiche di marcia, suoni, impostazioni di itinerari e via dicendo mi piacciono molto e costituiscono una continua sfida per chi, come me, con ristretto bagaglio tecnico deve pervicacemente studiare per capire e scoprire continuamente nuovi "misteri"  elettronici ed informatici.

Far girare i recenti gioielli raffinati (e certo,ahimè, delicati...) sull'M pone sovente dei problemi ed i rotabili lunghi hanno difficoltà con i raggi di curvatura, i pali della linea aerea ecc.

Così ho preso la drastica decisione e sto da qualche mese modificando il mio tracciato ma non toccando nulla della sezione digitale (si fa per dire); insomma come da 15 anni sta capitando a Torino per il passante ferroviario, cioè facendo un macello di cantieri ma consentire la circolazione dei treni nello stesso tempo. Tutto da ridere.

Mica tanto, se penso alla mia schiena ai miei occhi e via discorrendo, ma data l'età, invece di andare in palestra...

Certo il mio non è un impianto pazzesco come altri ci mostrano nel forum, ma è quanto basta per far passare giornate, o nottate, a fare movimenti degni di un contorsionista da circo e per cimentarsi con problemi di ogni tipo e genere ( accompagnati da occasionali esclamazioni non proprio da educanda) Quindi l'idea, e il corso d'opera, attualmente è quella di sostituire le linee M precedenti -in verità brutte come tracciato ma rispondenti alla infantile ansia di ficcare binari dappertutto per far stare più convogli possibile- con una linea K più razionale alimentabile sia in digitale che in analogico (linea aerea analogica e terza rotaia

commutabile) in modo da non rinunciare a far girare le mie vecchie, amate locomotive (digitalizzare un 3015? Orrore! Anche se mi pare di aver visto che nel momento di tragica follia della Marklin dovrebbe uscire proprio qualcosa del genere...) sul bel binario K, scomodo da montare ma regolare, elegante, silenzioso, sezionabile facilmente e, volendo, flessibile.

Qualche modesta foto del cantiere:

     

     

     

Aggiornamento del 19 Febbraio 2011

Dopo molto tempo posso finalmente documentare le modifiche effettuate. Ho eliminato il binario M, a malincuore, ma troppi problemi per far circolare certi rotabili, particolarmente se non Märklin. Ho comunque mantenuto a possibilità di far girare alcuni vecchi "mostri sacri" in analogico commutando sulla linea di nuova costruzione.

Non è certo una meraviglia come è  dato a vedere sovente tra i soci del Märklinfan, ma è quanto mi consente comunque di godermi i miei treni in movimento, non badando troppo ai particolari né tantomeno alla coerenza temporospaziale ( " il 28 giugno  1949 sulla linea Chicago-St Louis al Km 312 con vento a 6o nodi da sudest ecc...: non è il mio genere).

Gira di tutto in una allegra mescolanza di stili - predomina il tedesco naturalmente - e di situazioni: è il risultato del grande beneficio "svuotacervello" dell'hobby che a seconda delle situazioni di umore, di stanchezza consente di seguire in lunghi lassi di tempo eterogenee ispirazioni.

I puristi è meglio che non perdano tempo.

Così ecco dove si muove il mio traffico ferroviario:

        

        

        

        

        

        

         

        

        

        

psolero@tiscali.it

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