Samuele Papotti

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Il plastico è di ambientazione tedesca, epoca II-IV, anche se la maggior parte delle loco è a vapore (8 su 14).

 Tecniche di costruzione plastico:

L’ossatura dei rilievi è in legno multistrato da 9 mm.

Per poter creare il pezzo più alto del plastico (e più precisamente la montagna in fondo) ho dovuto sezionare la montagna in tanti “pezzi”, 1 grande alto circa 30 cm e di forma trapezoidale che funge da base per tutti gli altri ( è visibile solo parzialmente nel punto in cui la strada entra in galleria) e 5 pezzi opportunamente sagomati per poter essere assemblati ad incastro tra di loro; successivamente ho camuffato le eventuali giunture visibili con il das (poi dipinto), in modo che non si noti la presenza di più pezzi.

I 5 pezzi non sono altro che sagome di legno che appoggiano con dei piedini sempre di legno di lunghezze diverse, in parte sulla base sopra menzionata (quella alta 30 cm) e in parte sui vari piani del plastico.

Le pareti verticali, (di destra guardando la foto “Ponte”), sono di cartoncino Faller per sfruttare il maggior spazio possibile a beneficio dello scalo merci, quelle di sinistra sono di legno, e fissate con viti da legno alla struttura. Ho  poi spalmato le ultime di gesso per renderle più realistiche possibili; poi sono state pitturate e decorate.

Naturalmente tutte le case sono illuminate, i lampioni sono funzionanti e tutti i collegamenti elettrici sono ispezionabili dal di sotto del tavolo portante (anche perché in questo modo, visto che  sotto passa il treno, è possibile correggere eventuali deragliamenti, sia del binario inferiore che di quelli alti che entrano nelle gallerie).

Stesso discorso per quello che riguarda il paese inferiore: è una piattaforma con piedini di 12 cm “carenata” con pezzi di legno avvitati tra di loro, ingessati e decorati.

I pezzi menzionati sono tutti asportabili in pochi minuti, dopo aver però staccato i collegamenti elettrici.

L’altra montagna, nell’angolo sinistro del plastico, un po’ isolata dal resto del plastico, l’ho costruita utilizzando del polistirolo a media densità (15 kg/mc). L’ho scavata all’interno usando un phon industriale e l’ho rivestita di gesso, poi decorato.

Spero che sia tutto chiaro, in caso contrario…… contattatemi. Ciao

 

Cercando di essere utile, vi spiego un po’ come ho realizzato il plastico, partendo dal tracciato.

Premetto però che non possiedo alcun programma per pc per rendere il layout accettabile, per cui accontentatevi Dimensioni plastico: 320 X 270 ca

 

Quote:

 

             piano zero

             piano 0,5 (6 cm di altezza)

             piano 1 (12 cm)

             salita verso il piano 1,5

              discesa al piano 0,5

             piano 1,5 (18 cm)

              salita al piano 2

             piano 2 (27 cm)

 

Le parti in grassetto sono coperte dai paesi e dalle montagne.

Come si può notare, il tracciato presenta una “racchetta” che permette ai treni di invertire il senso di marcia.

Per applicare alla realtà il disegno ho utilizzato un normografo per la scale H0.

L’idea iniziale era proprio questa, e se devo essere sincero, è da attribuire per un buon 70% a mio padre, che mi ha instradato verso questo hobby e che poi mi ha “abbandonato” quasi subito.

Per quello che riguarda i materiali utilizzati vi rimando al breve articolo pubblicato nella presentazione iniziale (prevalentemente legno e gesso).

L’alimentazione è a corrente alternata ed il circuito è analogico.  Il tracciato è sezionato in 6 tronchi, ognuno dei quali alimentato da  un proprio alimentatore, così da dare ai vari tronchi una diversa velocità (ad es. le linee esterne e la sopraelevata sono più veloci rispetto agli scali merci e ai binari che passano per le stazioni).

Il sezionamento del tracciato ha portato via un po’ di tempo, ma niente in confronto alle operazioni “elettriche”, cioè quelle relative all’installazione dei 22 scambi (tutti  elettrici, più 6 scambi manuali dello scalo merci della stazione 1), dei 30 segnali e degli elettrointerruttori.

Questi ultimi sono indispensabili per permettere ad un treno di passare da dietro il segnale quando questi è rosso (in questo modo il treno si ferma solo se “vede” il segnale rosso). Un fatto dolente è il costo di questi interruttori: più di 40 € l’uno!! (fate un po’ voi i conti!!). Infine non va sottovalutato il lavoro necessario per mettere in sicurezza i treni. Tutti i binari sono infatti attrezzati per evitare che i treni si scontrino tra loro e per chiudere i binari delle stazioni, sia davanti che dietro, quando vengono occupati da un treno .

Mi spiego: quando un treno scende ed entra in stazione 1 (tragitto grigio-arancio-nero) sul binario più esterno (il 4°), chiude lo scambio posteriore e quello anteriore, così se c’é un treno che segue, non lo tampona, ma va sul binario 3. Così per tutti e 7 i binari delle stazioni .(attenzione che gli inceppamenti sono sempre in agguato).

Per poter far tutte queste operazioni di consecutio logica, ho utilizzato dei binari di contatto.Questi servono anche per far sì che un treno che sta entrando in stazione dia il via libera ad un treno che sta occupando il binario che andrà ad occupare.

Su ogni binario in stazione vi sono più contatti, in entrambe le direzioni, per fare in maniera che ,quando un treno sta per fermarsi, dia l’input per far partire un altro treno su un altro binario.

In questo modo ci sono tante partenze automatizzate e in cascata.

Ogni treno che entra in stazione si ferma automaticamente. Naturalmente, non essendo un circuito digitale,  sono  stato costretto ad apportare 2 restrizioni : il treno che entra nella stazione 1 da destra  (sale dal tracciato verde) va sempre sul 1° binario mentre quello che entra da sinistra (scende dal tracciato rosso) va sempre sul 2° binario. Vi posso assicurare che tutte queste operazioni hanno richiesto molta pazienza e cura (con quello che costano i treni non vogliamo certo rischiare che si scontrino tra  loro!).

Il tracciato verde (quello sotto il tracciato rosso) è ispezionabile da una botola da sotto il tavolo.

Naturalmente esiste un quadro di comando dal quale posso manualmente azionare tutti gli scambi e i segnali.

Questo per quel che riguarda il materiale rotabile.

Per quel che riguarda il paesaggio posso dirvi che è stato creato sia utilizzando dei kit componibili , sia dando sfogo alla propria fantasia.

La prima cosa da fare per rendere tutto più realistico, consiste nel dipingere di marrone tutto il piano del plastico, in modo che, dopo l’applicazione dell’erba e della ghiaia (microgranuli), non si scorga il chiaro del legno. L’erba e la ghiaia sono materiali commerciali reperibili nei negozi di modellismo, così come le piante e i cespugli. In certi punti (quelli piani) ho applicato pezzi di carta “erbosa”. Gli edifici sono tutti kit assemblati (Faller, Kibri, Vollmer,…) e sono tutti illuminati. Tutti i lampioni sono funzionanti, così come gli sgancia-binari in prossimità degli scali merci.

Non mi sono soffermato su ogni singola foto, se però vi serva qualche informazione, non esitate.

Spero di non essere stato troppo noioso e prolisso.

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