I miei trenini

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LA PASSIONE PER I TRENINI ELETTRICI

Il mio plastico dagli anni '60 al Dicembre 2007 con il trasformatore fatto da mio Padre

        

        

Premesso che, come ho descritto nella 1^parte, l’interesse per il mondo ferroviario (vero) è iniziato da bambino viaggiando spesso in treno, l’approccio con il trenino elettrico è stato casuale. L’unico treno avuto in regalo, era di latta con la carica a molla, composto da un locomotore e due vagoni passeggeri su un anello di binari. (averlo ancora sarebbe una rarità). Fu un mio coetaneo, che un giorno mi invitò a casa sua, per farmi vedere il suo trenino elettrico. Andammo nel suo solaio e vidi, sparsi sul pavimento, tanti  binari con vagoni merci e passeggeri trainati da locomotori   americani  (probabilmente erano Rivarossi). Rimasi stupito  da tanta bellezza e perfezione. Allora i giocattoli erano prevalentemente fatti di legno o di latta, non immaginavo che esistessero delle perfette riproduzioni in scala come i trenini elettrici. Considerando la mia passione per i treni, da quella volta mi venne la fissa per il trenino elettrico.

Frequentando l’Istituto tecnico Aldini Valeriani, scoprii che nel percorso che facevo a piedi per andare a scuola c’era un negozietto di giocattoli che vendeva anche i  trenini elettrici. Era il mio punto d’incontro quotidiano. La vetrina era piena di bellissimi treni di varie marche, Märklin, Rivarossi, Fleischmann. Quando mi fermavo davanti  mi facevo gli occhi,  perché i prezzi erano proibitivi. Un giorno decisi di entrare e chiedere dei cataloghi per documentarmi meglio. Quei cataloghi, che ho ancora, mi creavano fantasie, facevo dei progetti meravigliosi, questo mi piace, quell’altro no, questo costa troppo e via così, sognare non costava niente. Finita la scuola iniziai subito a lavorare, Erano gli anni 60, e finalmente, anche se in un primo momento i miei erano contrari, decisi di comprarne uno. La marca prescelta fu la Märklin perché era quella che mi dava più garanzie, la locomotiva era il tipo 3000 dal costo di ben 4.000 lire. Oltre la locomotiva presi 4 carri merci Liliput in scatola di montaggio, un paio di scambi elettromagnetici, un incrocio e qualche binario da fare un piccolo ovale.

 Per il trasformatore, che costava molto, mio padre mi consigliò di aspettare, perché l’avrebbe costruito lui. Ero scettico, non pensavo che ci riuscisse, invece riuscì nel progetto, anche se a me non piaceva tanto, funzionava bene, aveva anche il pulsante per la retromarcia. Un difetto non  da poco però l’aveva, la struttura della scatola era di legno, e  come potete vedere dalle foto, non c’erano dei fori per l’areazione,  funzionando per qualche tempo, il trasformatore si surriscaldava pregiudicando i cavi al suo interno.  Per completare il piccolo “plastico” mi costruii  una stazione e un deposito per la locomotiva. In un secondo momento cambiai  il vecchio trasformatore  con uno nuovo della Märklin tipo 6511. Questo era il mio treno negli anni 60. Non avendo del posto a disposizione per costruire un vero plastico , e i problemi della famiglia erano tanti, il trenino finì in garage. Se avessi avuto dei figli maschi, probabilmente lo avrei ampliato, ma con due femmine, il trenino rimase in quarantena. Lo rimontai qualche volta in occasione del Natale quando facevo il presepio, poi nulla, il sogno è rimasto sogno fino a. . . . . i  giorni nostri.

Natale 2007,  facendo il presepio per la nipotina, mi è venuta voglia di rimontare il trenino come facevo con le figlie quando erano piccole. Una bella idea che ha avuto successo. Passato il Natale ho imballato  il trenino e lo riposto di nuovo in garage. Mi dispiaceva rimetterlo a riposo, e pensavo al progetto che in gioventù immaginavo, ma che per motivi di forza maggiore non ho potuto realizzare. Ad un certo punto alzando lo sguardo mi sono accorto che il garage è molto alto (3 metri).  Mi sono fatto una domanda:  ma se facessi un tavolo che si sollevi?  Sul momento l’idea mi sembrava assurda, ma poi, studiando meglio la situazione ho capito che lo potevo costruire. Ebbene sì, ci sono riuscito, ho costruito un tavolo pensile di 2 metri per 3 e mezzo,  e dopo quel Natale, mi diletto a realizzare (senza fretta) il diorama dei miei sogni. Mai dire mai.

Cap. 1 Febbraio 2008 Progetto del nuovo tracciato

Il tavolo però andava riempito, il mio trenino doveva essere ampliato. Mi  sono precipitato dal rivenditore della Märklin di Bologna, per chiedergli spiegazioni. Il mondo del fermodellismo è cambiato totalmente, adesso tutto è digitale, i prezzi purtroppo hanno seguito i tempi. Mi  ha proposto del materiale usato, degli anni 60 con prezzi relativamente abbordabili. Per il tracciato non avevo idee. Il  rivenditore mi ha consigliato un DVD, ( 60523), è un bellissimo programma che da la possibilità di realizzare qualunque tipo di tracciato. Mi sono sbizzarrito per alcune settimane, poi finalmente  l’ho elaborato. Alla fine ho acquistato circa 280 elementi di binari (5100), 34 scambi di tutti i tipi, inoltre per fare compagnia alla vecchia locomotiva-tender 3000 ho preso il locomotore elettrico italiano 3035, un altro locomotore elettrico tedesco 3167 una bellissima locomotiva a vapore digitalizzata tipo 3618 e 3 carrozze Corbellini di terza classe della Rivarossi, (sempre materiale di seconda mano).

Il tracciato è composto di 3 parti, la prima si sviluppa da 0 a 10 cm. di altezza. La seconda è di salita, e va da 10 a 30 cm., mentre la terza parte,  superiore, è su un piano all’altezza di 30 cm. Avendo 2 trasformatori, uno lo uso per un treno con pantografo che si muove solo nel percorso inferiore, mentre l’altro, più potente mi fa girare un altro treno su tutto il percorso. Ora il diorama è quasi al 75% e penso di portarlo a termine il prossimo anno.

     

Cap. 2 Marzo 2008 Il meccanismo di sollevamento:

     

     

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