La penisola destra

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Il plastico di Ernesto Cappellano & Enzo Massaioli

09 – LA PENISOLA DESTRA

 Finalmente la penisola di destra si può considerare completa di paesaggio. Anche se,  ogni volta che la osservo, mi viene in mente che potrei aggiungere qualcos’altro qui… o rifinire meglio quel particolare lì… ecco le vedute d’insieme. Di seguito la descrizione di alcuni punti su cui abbiamo cercato di attirare l’attenzione dell’osservatore.

  

Lo scalo merci e’ stato illuminato da pali a torre con fotoelettriche. Ogni palo, alto circa 30 cm., e’  stato costruito con l’antenna telescopica riciclata di una vecchia radio (diam. 8 mm. alla base e 5 mm. in cima), della latta per le piattaforme, del fil di ferro sottile, 4 diodi ad alta intensità luminosa bianchi da 5 mm. e con una grandissima dose della pazienza di Enzo che e’ stata indispensabile per saldare al palo, gli scalini (alti 4,5 mm),

  

 le ringhiere delle piattaforme e la gabbia di protezione per l’operatore che si arrampica per le manutenzioni. Le fotoelettriche sono state ricavate da cilindretti di tubo da 8 mm. da cui sporgono i diodi luminosi. Per fissare i diodi nel cilindro sono stati utilizzati gli zoccoletti di plastica che tengono le lampadine dei fili luminosi dell’albero di Natale. I 4 diodi sono collegati in serie e sono alimentati con i 16V c.a. del trasformatore. In questa foto, a luci del locale spente, l’effetto delle fotoelettriche sui carri in sosta.

La stazione della linea secondaria ha alle sue spalle la piazza del paese. A sinistra della stazione c’e’  una birreria all’aperto . Dalla parte opposta la strada lascia la piazza e si arrampica sulla collina  con un tornante e passa poi sotto la chiesetta che domina la penisola.

     

piazza                                        stazione                                      birreria                                        chiesetta

 

Tutti gli edifici poggiano su una piattaforma di compensato che li tiene in piano. Le costruzioni sono dei kit commerciali (la maggior parte “vintage”) e sono state tutte illuminate posizionando all’interno dei led da 3 o da 5 mm. bianchi o gialli. Ogni led e’ corredato di una resistenza da 1KΩ ed e’ alimentato in parallelo dal circuito a 16V c.a. fornito dal trasformatore dedicato all’illuminazione. In effetti questa soluzione e’ necessaria se si considera che fra segnali, marmotte, fotoelettriche, lampioni, case, birreria, ecc. solo in questa zona del plastico ci sono già circa 70 punti luminosi. Un interruttore sul quadretto di comando consente lo spegnimento delle luci. D’altra parte tutta questa illuminazione, quando si spengono le luci del locale, creano un piacevole effetto notturno, come testimoniato da queste foto.

  

Dietro il  paese il terreno sprofonda in una gravina che la ferrovia attraversa in alto su un ponte (linea secondaria)  e in basso su un terrapieno tra due gallerie (linea principale).

   

Sul fondo della gravina si e’ formato uno stagno. Questa zona e’ stata realizzata come un pannello a parte, comprendente il ponte, lo stagno e le pareti di rocce a strapiombo. Il tutto e’ stato costruito su misura al banco e poi inserito e avvitato sul telaio del plastico dal basso.

 Il ponte e’ stato costruito con compensato da 4 mm e  con strisce di balsa per la volta delle arcate e il rinforzo dei piloni. questo è il disegno di massima, da cui spero sia  possibile ricavare le misure (se qualcuno e’ interessato). 

 Tutta la costruzione e’ stata rivestita con un leggero strato di stucco e poi incisa con una fresa sottile per simulare le pietre dei piloni e delle arcate prima della verniciatura.

I contorni dello stagno sono stati realizzati con dei pezzi di sughero, del pietrisco e della sabbia, incollati sul fondo. Sabbia e pietrisco più sottile verso il centro e quello più grosso in periferia. Sui bordi esterni e’ stato colato dello stucco in modo da raccordare fra di loro le rocce e creare una specie di catino in cui versare la resina. Il fondo dello stagno e’ stato pitturato con vernice grigio/blu, più scura al centro e con  una tonalità piùchiara digradante verso i bordi,  per dare l’impressione della profondità. Dopo aver incollato dei ciuffi di canne sulle rive, e’ stata colata la resina trasparente a due componenti che riproduce l’acqua. Le pareti scoscese sono state realizzate con pezzi di polistirolo sagomati, ricoperti di stucco, pitturati  e decorati con licheni e vegetazione.

La strada che corre lungo lo scalo merci attraversa la ferrovia in due punti, uno con un passaggio a livello incustodito, con vicina casetta del cantoniere, ed uno con passaggio a livello automatico che due sensori a led infrarossi, posti in posizione opportuna sulla linea secondaria, comandano al passaggio dei treni. Infine in nella zona sotto il paese c’e’ un mulino a ruota con acqua corrente.

     

Come si vede in qualche foto, il lavoro sta proseguendo oltre la penisola.  In questo tratto la linea principale scende in una trincea tra due muraglioni di contenimento ad archi. I muraglioni sono stati realizzati con strisce di compensato da 3 mm. tagliate a misura, su cui sono stati disegnati e ritagliati gli archi di rinforzo che hanno un diametro di 7 cm. e sono distanziati tra loro di 4 cm. Le strisce sono state poi ricoperte con fogli di resina che riproducono il muro in pietra.

     

Stuccate  le giunzioni e l’interno degli archi, abbiamo chiuso le luci con ritagli di muro e infine sono state incollate le cornici di rinforzo, ritagliate da vaschette di gelato di plastica, incise con il taglierino per simulare le pietre. Una mano di vernice grigio opaco ha dato un aspetto uniforme al muro.

Il muraglione incollato al suo posto:

 Come si vede stiamo anche continuando la linea aerea autocostruita che descriveremo in una prossima puntata.

            Come sempre, siamo a disposizione per rispondere a qualsiasi domanda, osservazione richiesta di chiarimenti.

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